sabato 10 febbraio 2018

Peio: divertimento assicurato

Pejo 3000, la località sciistica della trentina Val di Sole, non offre solo baby park e tapis roulant per le prime prove  con gli sci, oltre a ottime discese per i loro fratelli più grandi o per i genitori. 
Ciò che rende questo spicchio di Dolomiti a nordovest di Trento, a 40 minuti d'auto da Madonna di Campiglio, una perfetta meta bianca per le famiglie, è soprattutto, la natura di una delle prime aree protette create in Italia, parte, con i contigue  Parco Nazionale Svizzero e Parco Regionale dell'Adamello, di uno dei più vasti sistemi di tutela ambientale dell'arco alpino. 
Un paradiso d'altura ricco di vita e di scoperte anche nel peno della stagione fredda. Le sorprese iniziano da Peio, borgo accucciato sotto le alte pendici del Monte Voiz che, con le sue case tradizionali, le vie strette e i masi abbarbicati sul versante soleggiato, sembra uscito da una cartolina d'epoca. 
Una sensazione di ritorno al passato che si ritrova scendendo sulla ventina di chilometri di piste del comprensorio, dove le lamine scivolano su nevi tranquille, come agli albori dello sci alpino, quando si veniva giù quasi in solitudine. Eppure gli impianti di Pejo 3000 sono il massimo della modernità.
Il fiore all'occhiello è la funivia con tecnologia Eunifor, che in appena otto minuti porta dai duemila metri di località Tarlenta ai tremila del vecchio rifugio Mantova, nel cuore del massiccio dell' Ortles-Cevedale. L'impianto aperto nel 2011, ha fatto rivivere un'area abbandonata dopo la valanga che nel 1986 distrusse la vecchia seggiovia biposto. Lassù, dalla terrazza, lo sguardo vola sull'Adamello, la Presanella, il gruppo del Brenta, il Lagorai, la Marmolada. Da qui si snoda una delle piste più belle della regione, forse delle Alpi, la Val della Mite. 
Una discesa tecnica, con cambi di pendenza, servita da un nuovo impianto di innevamento artificiale. Anche la seggiovia Saroden-Cima Vioz, inaugurata un anno fa al posto del vecchio skilift, rende più fruibile un'altra area rimasta a lungo chiusa allo sci. Seguendola, si lambiscono monte Sass delle Strie, il Sasso delle Streghe, e il crinale morenico del Filom dei Omeni, scenari di una delle tante leggende della zona, che racconta di un giovane re della valle, tramutato in pietra con la sua scorta,  mentre portava doni a una bella fanciulla dei Grigiomi. 
Favole da ripetere camminando tra gli alberi secolari e i profili imponenti dei monti. O salendo verso il Pejo Kinderland e il rifugio dello Scoiattolo, dove i più piccoli giocano con i gonfiabili e le ciambelle da neve o sperimentano lo spazzaneve con i maestri della Scuola Italiana Sci e snowboard Val di Pejo.  Puro svago anche al Biancaneve Snowpark di Cogolo di Peio, con gonfiabili, gommoni e allegre architetture per i bambini, sci e snowboard per i ragazzi al campo scuola e la terrazza con vista piste per i genitori. 
Dall'Agritur Cazzuffi, sempre a Cogolo di Peio, dopo aver assistito alla mungitura e alla lavorazione del formaggio, i più romantici provano il giro sulla slitta trainata dai cavalli. Avvolti nelle coperte, si attraversano il bosco e le valli innevate del parco con il silenzio rotto solo dai campanelli dei finimenti. Nel parco ci sono anche itinerari facili per le ciaspole.
Lunghi due o tre chilometri, si possono fare dai cinque o sei anni in su: con le Guide del Parco che raccontano i segreti degli animali nel loro ambiente.
Poi tutti alle Terme di Pejo, una stagione di soggiorno già note nell'Ottocento, grazie alle proprietà di tre diverse fonti, note sin dal 1549. Oggi nel moderno stabilimento termale, i grandi si godono fanghi, bagni e massaggi, i bambini si tuffano in piscina.  E per recuperare le energie, a merenda, strudel locale o torta di fregolati, con mandorle, miele e un goccio di grappa.


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